Nell’anno 1960, a Catania, ogni mattina operai ed operaie prendevano l’autobus della linea 27, che da piazza Duomo li portava alla zona industriale di Catania, dove lavoravano.
Durante il viaggio, che durava circa un’ora, le persone viaggiavano pigiate come sardine ed accadeva spesso cha alcuni molestatori, approfittando della ressa, facessero delle esplicite avance alle ragazze suscitando una vivace reazione.
La presenza di questi disturbatori divenne presto uno spinoso problema per la S.C.A.T., l’azienda che allora gestiva i trasporti urbani, che pensò bene di risolvere creando, nell’autunno di quell’anno, una doppia linea: una per uomini e l’altra per donne. Qualcuno, allora, provò a protestare, soprattutto chi condivideva il tragitto con fidanzate e consorti, ma senza risultato.
L’autobus delle donne venne soprannominato "Concettina", quello degli uomini "coi baffi". Il percorso era identico, ma prima di partire si controllava che non ci fossero infiltrati. Dopo qualche mese, tutto tornò alla normalità, con lo stesso autobus per tutti. La notizia dell’autobus rosa, tuttavia, fece molto scalpore, non solo in Italia, ma anche all’estero.