Fino alla prima metà del XIX° secolo, la refrigerazione dei cibi era affidata alle ghiacciaie. A Catania era assai diffuso il commercio della neve che veniva conservata in varie grotte di scorrimento lavico esistenti sulle pendici dell’Etna, formatesi dall’ingrottamento della lava.
Fenomeno che si verifica perchè la parte superficiale della lava, a contatto con l’aria, si raffredda più rapidamente, formando una crosta solida, mentre sotto continua a scorrere la lava fino all’esaurimento del flusso lavico, lasciando così, man mano, vuoto il condotto che si è creato al di sotto della parte solidificata.
Le cavità naturali di queste grotte, in passato, vennero utilizzate come neviere, per l’accumulo e la conservazione della neve. Questo tipo di destinazione d’uso era necessario per mantenere il mercato della neve e del ghiaccio.
La neve veniva trasportata in città e nei paesi vicini con carretti appositamente coibentati in maniera molto rudimentale: per evitare lo scioglimento della neve si cospargeva il fondo del carretto con uno strato di carbonella che veniva ricoperto con delle felci, poi, sopra, veniva disposta la neve avvolta in un telo di canapa su cui si metteva un’altro strato di felci.