Si racconta che un giorno la fata Morgana, sorella del bretone re Artù, dopo averlo accompagnato sulle pendici dell'Etna, rimase affascinata dalla Sicilia e decise di rimanervi, edificando un castello di cristallo nelle profondità dello Stretto di Messina.
Fu così che, in un torrido mese di agosto, un Re barbaro giunto a Reggio Calabria, mentre osservava in lontananza la Sicilia chiedendosi come poterla raggiungere, vide apparire dalle acque la fata Morgana che, per magia, fece apparire l'isola a due passi dal re che, convinto di potervi arrivare con un paio di bracciate, si gettò in acqua, ma l'incanto si ruppe all'improvviso e lui morì affogato.
Il fenomeno detto appunto "Fata Morgana", si verifica realmente sullo Stretto di Messina, facendo vedere, da entrambe le sponde dello stretto, la costa opposta, più vicina del normale, con immagini distorte e riflesse sul mare o sul suolo; ovvero si ha l'impressione di osservare nello stretto, ad una distanza di poche centinaia di metri, una città irreale che si modifica e svanisce in brevissimo tempo; talvolta si possono distinguere le case, le auto e addirittura le persone.
Tale fenomeno è visibile solo in particolari condizioni di luce, quando, per il surriscaldamento delle acque del mare nelle calde giornate estive, si creano delle foschie che, per un fenomeno di rifrazione della luce sui diversi strati d'aria, fungono da lente di ingrandimento, creando così un'immagine riflessa della costa opposta che sembra galleggiare sulle acque, apparendo molto più vicina di quanto non sia nella realtà.