Il liotru, simbolo ufficiale della città di Catania dal 1239, è una scultura, ricavata da un unico blocco di pietra lavica che poggia sopra un piedistallo, raffigurante un elefantino sormontato da un obelisco alto oltre 3 metri.
Si racconta che, secondo la tradizione, fu un elefante a scacciare dall'area in cui sorgeva Catania, tutti gli animali feroci e pericolosi, rendendo così la zona abitabile. I catanesi, in segno di riconoscenza, scolpirono una statua raffigurante un elefante. Da allora, il Liotru fu considerato una statua magica in grado di proteggere la città.
Prima del 1239, il simbolo di Catania era l'effige di San Giorgio. Ma, a seguito del fatto che Federico II° aveva elevato Catania al rango di "Citta Regia" (non più alle dipendenze del vescovo bensì demanio del re), dopo anni di continue rivolte, i catanesi, grati, decisero di cambiare il simbolo della città adottando il Liotru (nome che sarebbe la storpiatura del nome Elidoro, una figura realmente esistita a Catania nella seconda metà dell'VIII° secolo).
Le origini del Liotru sono a tutt'oggi sconosciute, come scarse sono anche le notizie della sua collocazione, prima di quella attale, al centro di piazza Duomo.
L'obelisco, che sormonta l'elefante, è molto probabilmente originario dell'Egitto, ed è stato condotto a Catania ai tempi delle crociate.
Il basamento reca due sculture che simboleggiano i fiumi Simeto e Amenano, e, ai lati dell'elefante, una gualdrappa marmorea reca incisi gli stemmi di Sant'Agata, la patrona di Catania.
I simboli croce, palme e globo posti a coronamento del monumento, si pensa, vogliano rappresentare le tre civiltà punica, egizia e cristiana.
Qualcuno pensa che l'elefantino possa ricollegarsi, invece, all'impresa di Annibale, che stupì l'Impero Romano, proprio con le sue truppe armate di elefanti.
Essendo divenuto un oggetto di culto, all'inizio del Cristianesimo venne portato fuori le mura della città dove rimase per alcuni secoli.
Dopo questo lungo oblio, l'elefantino venne ricondotto in città dai padri Benedettini del monastero di S. Agata e venne posto sotto l'Arco della porta detta di "Liodoro".
Nel 1508, a causa del completamento del vecchio Palazzo di Città, la porta di Liodoro venne abbattuta e l'elefantino, venne posto sull'alto del prospetto a settentrione, come emblema della città.
Durante il terremoto del 1693 subì seri danni: la proboscide si spezzò e le zampe posteriori si frantumarono. Fu così che l'elefante conobbe un periodo di abbandono fino al 1736, quando, grazie al progetto dell'Architetto G. B. Vaccarini, che si ispirò al modello berniniano dell'Elefante della Minerva a Roma, l'elefantino fu restaurato: gli furono aggiunte le zanne e gli occhi in pietra bianca, e, con sopra l'obelisco egizio, fu posto al centro della "fontana dell'elefante" di piazza Duomo, assumendo l'aspetto odierno.