Nel 1890, il negus Menelik II°, donò al re d’Italia Umberto I°, in segno di riconoscenza, dopo aver siglato il Trattato di Uccialli, un piccolo elefante. Il sovrano, a sua volta, lo regalò alla citta di Catania in occasione della sua presenza per l’inaugurazione del Teatro Massimo il 30/05/1890.
I catanesi furono felici per l’inaspettato regalo, molti di essi, infatti, non avevano mai visto un elefante, ma un pò meno lo furono, invece, le autorità comunali che non sapevano dove alloggiare l'elefante.
Allo scopo fu, quindi, allestito un recinto in uno spiazzo del giardino Bellini in attesa di costruire un gabbione adatto alle notevoli dimensioni dell’animale.
L’elefante, chiamato subito dai catanesi “MeneliK”, arrivò in treno nel mese di giugno e fu fatto sfilare per le vie cittadine per mostrarlo alla folla, prima di portarlo al giardino Bellini dove fu motivo di curiosità, fino alla sua morte, avvenuta alla fine dello stesso anno, a causa del suo recinto buio e umido e della cattiva alimentazione non adatta all’animale.
Fu subito imbalsamato e sistemato nel salone di Zoologia dell’università di Catania, in via Androne, dove si trova ancora oggi.
Passò così molto tempo, prima che si ripresentasse una seconda occasione: la donazione da parte della città di Roma di un elefante di nome "Remo" che però non giunse mai a destinazione, perché morì lungo il tragitto per arrivare a Catania.
Solo nel 1965, i catanesi ebbero finalmente l'occasione di avere un elefante: quando il circo Togni, decise di donare un suo elefante di nome "Tony", ormai ottantenne, alla città di Catania.
L’elefante con altri due suoi compagni di spettacolo, da cui non si era mai separato, fu portato in Piazza Duomo dove venne accolto da una folla plaudente che lo accompagnò, lungo la via Etnea, fino alla Villa Bellini che l’avrebbe ospitato nel recinto, vicino alla collinetta sud, che già era stato approntato, tempo addietro, per l’elefante, Remo.
La cerimonia di consegna di Tony fu ripresa in diretta dalla Rai e solo allora i catanesi, che l’avevano già soprannominato Turiddu, scoprirono che in realtà Tony, era un’esemplare femmina. Tony ricevette la cittadinanza onoraria direttamente dal sindaco, Antonino Drago, e venne introdotto, non in una gabbia, come era stato previsto inizialmente, ma in un ampio spazio alberato dotato di piscina, recintato e diviso dal pubblico da una trincea. Purtroppo, Tony non visse a lungo, appena due anni dopo, il pachiderma fu colto da un malore e venne rinvenuto, dal custode, in fin di vita e vani furono tutti i tentativi di salvarlo.
La salma di Tony, caricata su un mezzo dell’esercito, fu portata nelle campagne della via Palermo dove fu cremata in un’enorme fossa ed ivi seppellita.