Dopo il terremoto del 1669 che distrusse Catania, la città venne ricostruita con nuovi e sontuosi palazzi e con vie dritte e molto ampie per l’epoca. All’epoca Catania era una piccola città che, seppur con quartieri nuovi, si presentava in uno stato di degrado e di sporcizia a tal punto che il quartiere del “Carmine”, sorto dopo il 1693 fuori dalla “Porta di Aci” (dove oggi c’è la piazza Stesicoro), era detto “Pracchio” appunto per la sua sporcizia.
Fu così che nel 1708 si sviluppò un’epidemia che dimezzò l’ancora esigua popolazione e, la grave situazione, indusse il Senato catanese ad intervenire facendo promulgare nuove norme:
- il “Mastro di Mondezza” doveva vigilare che i cittadini non buttassro sterco e mondezze per strada che dovevano, invece, essere appoggiate sulle proprie mura di casa per essere poi rimosse e trasportate a discarica ogni 15 giorni;
- il “Patrizio” doveva verificare che le bestie da carico non girassero per la città e non si bagnassero in riva al mare, ma si limitassero a percorrere le strade più corte per attraversarla nella maniera più veloce possibile.
Come si vede il problema della sporcizia di Catania è un problema antico ed ancor oggi non completamente risolto.